Ancora tensione tra Taiwan e Cina nel quadrante dell’Indo-Pacifico. Questa volta è una nave da ricerca l’oggetto della protesta del ministero degli Affari esteri di Taiwan. Taipei, infatti, ha accusato la Guardia costiera di Pechino di aver ostacolato il transito di una nave da ricerca nel Mar Cinese Meridionale, che operava nel quadro di un progetto scientifico stipulato con le Filippine.
La circostanza è stata resa nota dalla portavoce del dicastero, Joanne Ou, la quale ha precisato che la missione della nave Legend era pienamente conforme alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos). Le azioni della Guardia costiera cinese “non solo hanno messo a repentaglio la sicurezza e la stabilità regionale, ma hanno anche violato l’Unclos, che stabilisce diritti e obblighi cui i Paesi devono sottostare per condurre ricerca scientifica negli oceani del mondo” – ha affermato Ou.
Le dichiarazioni della portavoce fanno seguito alla protesta diplomatica presentata ieri nei confronti della Cina dal ministero degli Esteri delle Filippine, secondo cui le attività di ricerca marina ed esplorazione energetica condotte dalla nave da ricerca Legend hanno avuto luogo in due siti che si trovano all’interno della Zona economica esclusiva (Zee) nazionale.
In un secondo documento pubblicato dal ministero degli Esteri, Manila ha inoltre denunciato l’imposizione da parte di Pechino di una “moratoria annuale sulla pesca”, tesa a rigenerare le risorse ittiche in un’area che include le Zee di Vietnam e Filippine.
La Cina rivendica i propri diritti sulla quasi totalità del Mar Cinese Meridionale, in aperta contrapposizione rispetto a Filippine, Brunei, Malesia, Taiwan e Vietnam. Nel marzo del 2021 Pechino e Manila hanno rischiato lo scontro quando una flottiglia di navi cinesi si è mantenuta per settimane nell’area dell’atollo di Whitsun Reef, parte delle isole Spratly, oggetto di un’annosa disputa territoriale tra i due Paesi.
Ciononostante, il presidente uscente Rodrigo Duterte ha notevolmente rafforzato negli ultimi anni i rapporti con la Cina e gli analisti ritengono che il futuro capo dello Stato, Ferdinand Marcos junior, che sta per iniziare il suo mandato, si porrà in linea di continuità rispetto al predecessore.
Dopo l’elezione, avvenuta il 9 maggio scorso, il figlio dell’ex dittatore filippino ha avuto una conversazione con il presidente cinese Xi Jiniping, al quale ha detto di voler portare le relazioni bilaterali “verso nuove vette”. Marcos ha anche fatto sapere di voler “ridefinire” l’accordo militare in essere con gli Stati Uniti, che Rodrigo Duterte più volte ha minacciato di cancellare negli ultimi anni.