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Caschi blu ivoriani arrestati in Mali. Le autorità della giunta militare al potere a Bamako hanno disposto l’arresto di un contingente di 49 soldati della Costa d’Avorio inquadrati nella missione delle Nazioni Unite Minusma, con l’accusa di non aver fornito regolari documenti sulla loro presenza nel Paese.

A riferirlo è il sito d’informazione “A Bamako“, secondo il quale tutti i militari fermati sono stati caricati su due minibus, quindi trasferiti all’interno di una base situata all’interno dell’aeroporto, sotto stretta sorveglianza delle forze di sicurezza.

Secondo fonti di un altro sito di informazione maliano, “Malawu”, i militari fermati “non trasportavano armi”, mentre sui social media circolano illazioni su un presunto coinvolgimento del contingente della missione Minusma in un tentativo di colpo di Stato contro la giunta, a sua volta salita al potere con il doppio golpe del 2020 e 2021.

L’episodio si inserisce nel quadro del dibattito, concluso di recente, sul rinnovo del mandato della missione Minusma nel Paese, e sulla volontà da parte dell’Onu di indagare sugli abusi attribuiti a militari dell’esercito e dai contractor russi della Wagner, presenti nel Paese africano, commessi su civili. Parlando al Consiglio di sicurezza l’ambasciatore delle Nazioni Unite del Mali, Issa Konfourou, ha dichiarato che la giunta si opporrà a concedere una completa libertà di movimento ai funzionari della missione Minusma impegnati ad indagare sui presunti abusi dei diritti umani commessi nel Paese dai militari.

“Il Mali non è in grado di garantire la libertà di movimento per le indagini della Minusma senza il previo consenso del governo” – aveva  detto ribadendo che il Mali – “non intende rispettare queste disposizioni nonostante siano state adottate dal Consiglio di sicurezza”.

Le dichiarazioni dell’ambasciatore seguono la risoluzione adottata dall’organismo Onu, il quale ha esteso il mandato della missione di pace per altri 12 mesi con l’approvazione di 13 voti favorevoli e l’opposizione e l’astensione rispettivamente di Russia e Cina.

I funzionari della Minusma affermano di aver documentato 320 violazioni dei diritti umani da parte dell’esercito del Mali tra gennaio e marzo di quest’anno, e su queste basi la missione ha chiesto di accedere alle aree colpite dalle violenze con l’obiettivo di pubblicare relazioni ogni tre mesi.

L’episodio più cruento è quello della città di Moura, dove secondo testimoni locali militari dell’esercito maliano hanno giustiziato centinaia di civili sospettati di essere ribelli.

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